La FeLV (leucemia virale felina)
La FeLV (leucemia virale felina) è una patologia molto grave e incurabile che può colpire i gatti. La trasmissione avviene piuttosto facilmente tramite contatto diretto e scambio di fluidi biologici come saliva, urina e altri secreti ed escreti… ecc, ma anche dalla madre ai gattini.
L’infezione da FeLV può causare inizialmente sintomi aspecifici e simil influenzali come abbattimento, febbre, infossamento dei linfonodi, ma in alcuni casi è asintomatica. Sembra che gli individui giovani siano più suscettibili al contagio.
Dopo questa fase il virus può essere debellato dall’organismo oppure andare a localizzarsi nel midollo osseo e determinare, anche dopo mesi o anni (raramente oltre i 3 anni), la sintomatologia riferibile alla leucemia, che può comprendere:
- infezioni a diversi organi e apparati
- tumori: è aumentata fino a 60 volte la probabilità di contrarre linfomi
- anemia
- sintomi neurologici.
Non essendo una patologia curabile, fondamentale è la prevenzione: esiste infatti un vaccino che deve essere somministrato una volta all’anno ed è raccomandato per tutti i gatti che hanno accesso all’esterno.
La FIV (virus dell’immunodeficienza felina)
La FIV (virus dell’immunodeficienza felina), viene definita l’hiv dei gatti in quanto ha un comportamento analogo al virus umano, seppure non può essere trasmessa all’uomo.
Il contagio avviene tramite scambio di sangue o fluidi biologici: più frequentemente avviene tramite morsi o per via sessuale, è molto basso il rischio, a differenza della sopracitata FeLV, di trasmissione per contatto diretto o condividendo ciotole e lettiere, come anche è rara la trasmissione da madre a figlio.
Poco dopo l’infezione ci possono essere anche in questo caso sintomi simil influenzali, successivamente, dopo un periodo variabile di latenza che può essere anche molto lungo, la patologia indebolisce il sistema immunitario.
Il gatto è quindi più soggetto a infezioni, in particolare alla bocca, ma anche alle vie urinarie, alla pelle, all’apparato respiratorio…ecc, ed è soggetto ad una maggior incidenza di sviluppare tumori (seppur in misura minore rispetto alla FeLV).
A differenza della leucemia virale, per la FIV non esiste ad oggi un vaccino efficace, tuttavia la trasmissione è più difficile e l’aspettativa di vita è generalmente più lunga. In questo caso quindi l’unica forma di prevenzione è sterilizzare e ridurre al minimo le lotte e i morsi con gatti potenzialmente positivi.
Sia per la FIV che per la FeLV esistono test diagnostici rapidi che permettono di conoscere l’eventuale positività in maniera veloce grazie ad un prelievo di poche gocce di sangue.
La FIP (peritonite infettiva felina
La FIP (peritonite infettiva felina) è causata da un coronavirus molto diffuso tra i gatti, la maggior parte dei quali lo ospita nel corpo, infatti si calcola che oltre l’80% dei gatti randagi e di colonia ce l’abbia!
Normalmente si comporta come uno dei tanti virus intestinali: non da sintomi o in alcuni casi può dare segni gastroenterici.
In una piccola percentuale di infetti per motivi non ancora bene chiari, si pensa intervengano la quantità e la virulenza dell’agente patogeno e le difese immunitarie del gatto (sono infatti più soggetti animali giovani e immunodepressi), questo virus muta all’interno dell’organismo e dà luogo alla patologia conclamata: la FIP.
La sintomatologia può essere diversa in base alla forma, distinguiamo infatti:
-una forma umida: vi è la formazione in torace e/o soprattutto in addome di versamento (liquido paglierino filante), febbre poco responsiva agli antipiretici, compromissione della funzionalità di diversi organi, sintomi oculari e neurologici.
-una forma secca: i sintomi possono essere simili alla forma precedente, ma al posto dei versamenti si sviluppano granulomi a carico di vari organi, tra cui il sistema nervoso.
La FIP non è contagiosa, un gatto può trasmettere il coronavirus per via oro fecale, ma questo potrebbe rimanere tale senza scatenare la patologia, come avviene nella maggior parte dei gatti.
Purtroppo non esiste un test rapido e sicuro per diagnosticare tale malattia, per questo il veterinario dovrà mettere insieme diversi dati anamnestici, clinici ed esami di laboratorio per sospettare che si tratti proprio della FIP.
Da quando si sviluppano i sintomi la prognosi è sfortunatamente infausta nel breve periodo.